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Chirurgia Maxillo-Facciale: Tra Anatomia e Tecnologia



«La chirurgia maxillo-facciale è una specialità relativamente giovane – spiega Zavattero – ma molto ricca di contenuti». Essa comprende molte specialità che si occupano del distretto testa e collo, come la chirurgia traumatologica e la chirurgia malformativa. «Quest’ultima, più comunemente, la chiamiamo chirurgia ortognatica e ha lo scopo di riportare l’armonia nelle proporzioni del volto – continua il chirurgo – e correggere sia problemi funzionali che estetici». In particolare: «Ci piace chiamarla chirurgia morfologica – precisa il chirurgo – perché non è una chirurgia solo estetica o funzionale ma è una correzione morfologica del volto».

La traumatologia occupa gran parte dell’attività dei chirurghi maxillo-facciali. «Alle Molinette viene usata per i traumi facciali isolati – continua il chirurgo – mentre al presidio CTO, all’interno del trauma team, nel caso di politraumi».

La chirurgia maxillo-facciale di media e alta complessità è un tipo di chirurgia che, grazie alla tecnologia e al miglioramento delle tecniche operatorie, diventa sempre meno invasiva e meno dolorosa. «Le complicanze che si possono verificare sono di tipo perioperatorio come il sanguinamento, o di tipo infettivo». Un’altra conseguenza dell’intervento può essere l’edema facciale: «Lo scopo del chirurgo, nel post-operatorio, è cercare di ridurlo». Più a lungo termine, invece, è necessario occuparsi delle cicatrici: «Il volto è una zona molto estetica – precisa Zavattero – quindi il loro trattamento e il loro miglioramento è fondamentale affinché il paziente le percepisca quasi invisibili».



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